Il Pronto Soccorso: prima linea della battaglia al Coronavirus

Il Pronto Soccorso: prima linea della battaglia al Coronavirus

Somigliano ad astronauti, ma sotto la tuta, la mascherina e gli occhiali, batte il cuore di un operatore sanitario. Al Pronto Soccorso dell’ospedale Buon Consiglio, medici, infermieri e ausiliari, guidati dal dott. Andrea Fontanella, sono la prima linea nella battaglia al coronavirus. Questo periodo di emergenza connessa alla pandemia sanitaria da SARV-CoV-2 ha portato a una trasformazione dell’ospedale, dei suoi spazi e dell’organizzazione del lavoro; in particolare l’area del Pronto Soccorso è stata completamente rivoluzionata con la differenziazione dei percorsi e con la realizzazione di una zona dove stazionano i sospetti COVID. Il percorso parte dall’esterno del Pronto Soccorso, dove nella tenda allestita dall’A.F.Ma.L., sono intercettati i pazienti prima dell’ingresso e viene svolta l’attività di pre-triage che comprende anamnesi, misurazione della temperatura e della saturazione. Una volta effettuato lo screening e fatte le opportune valutazioni, il percorso si divide. I pazienti sospetti entrano nella “zona rossa” che consta di un accesso riservato: tre stanze dove vengono assistiti singolarmente e una shock room dove soccorrere i casi più gravi. “Questa rivoluzione degli spazi è il risultato di un grande gioco di squadra: nessuna defezione, nessun passo indietro” aggiunge il dott. Fontanella con la voce carica di orgoglio. Quello del Pronto Soccorso del Buon Consiglio ha dimostrato, nel momento del pericolo, di essere un team ben organizzato, in cui medici, infermieri e operatori sociosanitari, collaborano con grande senso di responsabilità. Nonostante paura e ostacoli logistici, in questi due mesi di confronto con il COVID, la priorità degli operatori sanitari è sempre stata la cura del paziente. Infatti, a far data dal 10 marzo e a tutt’oggi, quotidianamente sono arrivati al Pronto Soccorso molti pazienti con sintomatologia sospetta: “grazie alla rigida applicazione di protocolli organizzativi e clinici all’interno del Pronto Soccorso, sono stati presi in carico più di settanta pazienti in attesa dell’esito del tampone, che è risultato positivo nel 20% dei casi “dice il Direttore Sanitario Mariateresa Iannuzzo”; solo da qualche giorno stiamo percependo una discesa della curva epidemica, ma l’attenzione è sempre alta“.

Infatti, anche oggi in area Covid il turno si è aperto con il “rito della vestizione”: infermieri e medici in tuta anti-contagio, calzari, guanti lunghi, mascherina e visiera para-schizzi, impossibili da distinguere gli uni dagli altri, così minacciosi all’apparenza da sembrare personaggi di un ospedale di Wuhan o di un film apocalittico tipo Resident Evil. In realtà si trasformano in una sorta di angeli vestiti di bianco, pronti a prestare cure appropriate ai pazienti e ad assicurare protezione al resto dell’ospedale, per evitare contagi da parte del virus Sars-CoV-2. Ma l’emergenza coronavirus è solo una parte del lavoro in cui sono chiamati i sanitari che operano al Pronto Soccorso, perché parallelamente ci sono gli altri pazienti. E se è vero che all’ospedale Buon Consiglio gli accessi sono diminuiti, i casi gravi hanno continuato a esserci. E per fortuna le donne hanno continuato a partorire: in questo mese e mezzo di pandemia più di cento bellissimi e sanissimi bimbi sono nati qui, simbolo di vita e di resilienza.