Nuove tecnologie per la Chirurgia Mini-invasiva del reflusso gastroesofageo

Nuove tecnologie per la Chirurgia Mini-invasiva del reflusso gastroesofageo
SFINTERE ESOFAGEO MAGNETICO – LINX®️
NUOVE TECNOLOGIE PER LA CHIRURGIA MINI-INVASIVA DEL REFLUSSO GASTROESOFAGEO
di Adolfo Renzi

La malattia da reflusso gastroesofageo (mRGE) è una condizione clinica molto comune in cui il contenuto fluido e gassoso presente nello stomaco torna in esofago causando sintomi altamente impattanti sulla qualità di vita dei pazienti e specifiche complicanze potenzialmente molto severe. Si stima che circa il 20% della popolazione adulta nel mondo occidentale soffra di mRGE.

La causa principale della malattia risiede in un inefficiente meccanismo di continenza dello sfintere esofageo inferiore . Questa disfunzione si associa molto spesso ad una dislocazione dello stomaco verso l’alto, nel torace, configurando quella condizione anatomica nota come ernia iatale . I principali fattori di rischio per lo sviluppo della mRGE sono l’obesità, il fumo di tabacco e l’ereditarietà.

Sintomi tipici della mRGE sono il bruciore dietro lo sterno (bruciore di stomaco), le eruttazioni anche a digiuno, la sensazione di rigurgito verso la gola, la tosse, l’abbassamento della voce, la difficoltà a fare un respiro profondo. A lungo termine il reflusso può portare ad un’infiammazione dell’esofago sempre più severa (esofagite erosiva, riduzione del calibro dell’esofago per cicatrizzazioni anomale) e provocare cambiamenti strutturali (esofago di Barrett) che possono comportare aumento del rischio di sviluppare il cancro esofageo.

Per la diagnosi l’esame di primo livello è la gastroscopia a cui può seguire la pH- Impedenziometria (esame della durata di 24 ore che permette di registrare gli episodi di reflusso nell’arco di una giornata) e la Manometria Esofagea ad Alta Risoluzione per studio della motilità dell’esofago e dei suoi sfinteri.

Oggi la terapia medica è molto efficace grazie a farmaci specifici, gli Inibitori di Pompa Protonica, (PPI). Purtroppo però circa il 20% dei pazienti con m-RGE non risponde ai PPI, o risponde solo parzialmente, con il rischio di sviluppare una farmaco-dipendenza non scevra da severi effetti collaterali. Questo numeroso sottogruppo di pazienti può beneficiare di procedure chirurgiche mini-invasive.

L’intervento chirurgico classico, variamente modificato negli anni, è la Fundoplicatio sec. Nissen: la parte dello stomaco chiamata fondo viene “plicata”, cioè avvolta, attorno all’esofago al fine di ottenere un effetto simile a “un manicotto” anti-reflusso. In centri di grande esperienza, come il nostro, i risultati sono soddisfacenti sia in termini di controllo del reflusso sia nel contenimento della disfagia post-operatoria, ovvero la difficoltà ad assumere cibi solidi nelle settimane successive all’intervento, che rappresenta una frequente complicanza dopo questa procedura.

Presso il Dipartimento di Chirurgia dell’Ospedale Buon Consiglio di Napoli, la UOS di Chirurgia Laparoscopica e Mini-Invasiva e di Alta Specializzazione in Patologie Funzionali dell’Esofago e del Colon-Retto di cui sono il responsabile, ed in collaborazione con il dott. Gianluca Minieri, ha adottato per la prima volta una nuova tecnologia per il trattamento chirurgico della mRGE sviluppata negli Stati Uniti. Si tratta di uno sfintere esofageo magnetico, noto come LINX®, costituito da un anello di perline metalliche in lega di titanio che viene posizionato, nel corso di un intervento laparoscopico attorno allo sfintere esofageo inferiore. In questa sede, grazie ad un effetto di attrazione magnetica tra le perline, si crea una zona di pressione circolare che funge da nuovo sfintere . Durante il transito del cibo questo nuovo sfintere magnetico si apre permettendo la normale alimentazione. I principali vantaggi di questa tecnologia risiedono nella maggiore standardizzazione della procedura ed in una ulteriore riduzione della disfagia post-operatoria. Il LINX®, inoltre, è un dispositivo relativamente semplice da impiantare (non più di 30 minuti) e come per la Fundoplicatio, permette la dimissione del paziente nella prima giornata post-operatoria. I risultati soddisfacenti osservati nei primi 20 pazienti ci inducono a considerare questa procedura una ulteriore valida possibilità di cura per i pazienti con m-RGE candidati ad un trattamento chirurgico.